giovedì 12 gennaio 2017

ECCO AL LISTA DEI GRANDI DEBITORI INSOLVENTI DI MPS

Nonostante in questi giorni i vertici di Mps abbiano ribadito l'intenzione di non svelare i nomi degli inadempienti per "non rovinare la loro reputazione", come ha dichiarato l'amministratore delegato Marco Morelli, nelle ultime ore la lista dei debitori insolventi del Mps ha cominciato a essere ricostruita da diversi quotidiani. Emergono i nomi di alcune delle aziende che non hanno onorato i debiti nei confronti della banca senese contribuendo a creare l'enorme massa di crediti deteriorati che ha schiacciato l'istituto.



Dalla Sorgenia della famiglia De Benedetti all'imprenditore alberghiero Giuseppe Statuto, da Gianni Punzo (Cisfi) ai costruttori romani Mezzaroma o al costruttore calabrese Antonio Muto, che nel 2011 da Mps avrebbe ottenuto 27 milioni di euro. Ma anche la società senese New Colle Srl o il gruppo Fenice della famiglia Fusi o l'Atac, la società che gestisce il trasporto pubblico locale a Roma

Tra i protagonisti di spicco più emblematici, come ha ricostruito Il Sole24Ore, figura sicuramente la famiglia De Benedetti e la sua Sorgenia.

Mps, prende forma la lista dei grandi debitori. Emergono i nomi di alcune delle aziende che non hanno onorato i debiti nei confronti della banca senese contribuendo a creare l'enorme massa di crediti deteriorati che ha schiacchiato l'istituto. Scrive Milano Finanza

La lista dei cattivi debitori di Montepaschi è l’autobiografia dell’Italia. Pubblica oggi L'inkiesta.


domenica 8 gennaio 2017

MPS: SÌANO RESI NOTI I NOMI DEBITORI DELLE BANCHE SALVATE

Se le banche vengono salvate con i soldi pubblici è eticamente giusto che si conoscano i nomi dei principali debitori. 


È la ferma convinzione del presidente dell'Abi Antonio Patuelli che, in un'intervista a Il Mattino, chiede, a titolo personale, ("Non abbiamo avuto il tempo di discuterne ancora all'interno dell'Associazione") che si faccia eccezione alla legge sulla privacy e vengano resi noti i primi 100 debitori insolventi delle banche che sono state salvate.

"Io chiedo a titolo personale che vengano resi noti i primi 100 debitori insolventi delle banche che sono state salvate. E per farlo, penso al varo di una norma di legge sia per le banche risolute sia per quelle preventivamente salvate dallo Stato. Bisognerebbe cioè fare un'eccezione alle attuali regole della privacy proprio alla luce del fatto che si tratta di banche nelle quali sul piano della risoluzione o del salvataggio preventivo è intervenuto lo Stato o le altre banche e i risparmiatori", afferma Patuelli.

"Una norma come quella proposta farebbe più chiarezza e contribuirebbe anche a evidenziare più facilmente i casi di violazione di una norma che si chiama mendacio bancario, attualmente vigente e che si verifica quando qualcuno prende in prestito dei quattrini raccontando cose false alla banca a cui li chiede in prestito. La legittimittà di questa semplice norma, che può essere anche un emendamento, deriva eticamente dal fatto che - osserva Patuelli - se lo Stato decide di fare un intervento preventivo, vi può essere un'eccezione alla regola della privacy. Lo stesso avrebbe valore nel caso in cui, come avvenuto con il provvedimento del 22 novembre 2015, lo Stato ha deliberato di procedere con la risoluzione per le 4 banche in crisi. In quel caso ha costretto i risparmiatori da un lato e tutte le altre banche italiane dall'altro a sacrifici. Per me, è eticamente giusto che si vedano quali sono stati almeno i principali debitori insolventi".

"A livello etico le ragioni delle normative sulla privacy non sussistono se c'è un intervento preventivo dello Stato o un intervento dello Stato per salvare una banca a carico delle altre banche concorrenti e dei risparmiatori. Se si chiede la solidarietà pubblica - sottolinea - non ci può essere la solidarietà degli altri e il vecchio segreto bancario".


Fonte: (askanews)


ECCO COSA HA FATTO SDL CENTROSTUDI PER SALVARE I CORRENTISTI E LE PMI DI MPS

giovedì 5 gennaio 2017

LE BANCHE SONO MENO OTTIMISTE RISPETTO AL PASSATO

Le banche sono meno ottimiste rispetto al passato. Il 68% si aspetta un miglioramento dei risultati operativi per l'anno appena iniziato, contro il 75% di dodici mesi fa. È quanto mostra uno studio effettuato dalla società di consulenza EY. Un terzo degli istituti finanziari stima che i risultati saranno negativi, evidenzia la ricerca effettuata fra 120 banche svizzere. "Si tratta del dato peggiore dall'inizio dello studio" sette anni fa, ha detto oggi l'esperto di EY Patrick Schwaller ai media a Zurigo.



Nonostante tutto, l'80% degli istituti ha affermato di avere ottenuto buoni risultati nell'anno appena trascorso. Il settore bancario è in effetti riuscito a gestire meglio del previsto le difficili condizioni di mercato. Secondo il 95% degli istituti finanziari, i tassi negativi applicati dalla Banca nazionale svizzera (BNS) hanno conseguenze sfavorevoli, con un aumento dei rischi. Anche per questo, il 35% degli istituti elvetici valuta a sua volta l'introduzione di tassi negativi per i clienti privati a partire da un determinato patrimonio. 

L'anno scorso la misura era presa in considerazione dal 30%. Questo passo viene valutato in particolare dalle banche cantonali: circa il 60% ci sta seriamente pensando. L'anno scorso la quota era solamente del 20%. Fino a questo momento solo pochi istituti hanno effettivamente concretizzato i tassi negativi, anche per "paura che i clienti siano spinti a ritirare il proprio denaro. Tuttavia, sempre più banche valutano seriamente di introdurre la misura", ha dichiarato Schwaller.

Fonte:  swissinfo


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