lunedì 15 gennaio 2018

CONTI CORRENTI? SEMPRE PIÙ CARI. GLI INVESTIMENTI? RISCHIOSI

Oltre alla bassa propensione dei risparmiatori a depositare somme liquide sul conto corrente, a causa dei rischi che questo comporta, specialmente se si versano somme cospicue finora tenute in casa, i conti correnti hanno i rendimenti pari a zero



Un rendimento dello 0,1%? Vi manda in perdita. Nell’ultimo anno i costi per i servizi bancari, anche quelli on line, sono cresciuti in media del 20%, prendendo come riferimento un campione rappresentato dai principali 10 operatori del credito.

Dal 2013 ad oggi si registra un aumento medio di 36 euro, con incrementi concentrati soprattutto negli ultimi mesi del 2107 e destinati a proseguire anche quest'anno. Secondo le associazioni dei consumatori, i è possibile prevedere aumenti con rincari medi fra i 18 e i 38 euro annui a famiglia. 

I conti correnti ad operatività mista (sia on line che in filiale) hanno risentito di aumenti anche del 52,8%, a dimostrazione che sono tipi di conto che gli istiuti di credito vogliono disincentivare. In quattro anni sono passati in media da 82 a 115,73 euro di costo annuo. I conti tradizionali sono quelli che hanno subito gli aumenti maggiori, arrivando a pagare quasi 173 euro l’anno, scontando in questo modo la scelta di continuare a fare tutte le operazioni allo sportello.



Le banche on line hanno invece tagliato costi di canone, movimenti, bonifici e prelievi allo sportello, costo degli assegni e del canone annuo della carta di credito per 12,22 euro di media, aumentando però i costi legati al versamento di contanti e assegni, dei bonifici on line delle domiciliazioni e dei prelievi attraverso gli Atm di altre banche e nella Ue. Il costo annuo di tenuta del conto bancario è quindi aumentato da un minimo di 13 ad un massimo di 43 euro l’anno. 

I conti correnti più convenienti restano quelli on line, che nonostante gli aumenti restano i più abbordabili. Bisogna però tenere conto che inizialmente le banche per promuovere i servizi online non facevano pagare canone e offrire gratis molti servizi. Questo spiega perché nel corso del tempo i conti correnti online abbiano subito i maggiori aumenti, pur restando sempre estremamente convenienti. 

Le cause di questi aumenti quali sono? Colpa dei tassi negativi applicati da un po’ di tempo a questa parte da parte delle Bce, che sono anche causa del basso rendimento dei conti correnti. Inoltre i rincari sono legati all’incremento dei costi sostenuti dal sistema bancario in seguito ad alcuni interventi da parte del legislatore o di altri enti di controllo bancario nonché per impegni imposti da autorità per sicurezza dei clienti». Inoltre aumentare i costi dei conti tradizionali ha anche un altro vantaggio: spingere sempre di più la clientela verso l’on line, che per gli istituti di credito è più efficiente, più pratico e, dal punto di vista economico, molto più redditizio. 

Se si vuole pagare poco basta chiedere di attivare un «conto di base». Lo prevede una specifica convenzione tra Mef, Banca d’Italia e Abi e tutte le banche sono obbligate ad averlo. È un conto speciale, rivolto a chi ha limitate esigenze di operatività, con un canone ridotto e fisso, appena 2 euro al mese, e con un pacchetto di servizi, come bancomat, prelievi allo sportello, bonifici, e domiciliazione utenze, gratuito. Per i redditi più bassi, sotto gli 8 mila euro di Isee e i pensionati sotto i 18mila euro lordi non vengono applicati nemmeno i costi di gestione, rendendolo di fatto gratis.

giovedì 11 gennaio 2018

BANCHE USA: ANNUNCIATO TRACOLLO. SARA PEGGIORE DI QUELLO ITALIANO?

l taglio delle tasse alle aziende e ai grandi gruppi finanziari è davvero così vantaggioso come previsto dal Congresso USA? Il taglio delle tasse dal 35% al 21% farà sicuramente aumentare i margini di guadagno, gli investimenti e i dividendi agli azionisti, ma solo a lungo termine, quindi non immediatamente. Sul breve termine le aziende passeranno un periodo molto movimentato e travagliato, dato che sarà necessario inserire a bilancio i costi per gli adeguamenti delle aliquote e altre voci straordinarie prodotte per il passaggio alla tassazione più bassa sul reddito societario, o per il rientro dei capitali.


Gli investitori e i trader a Wall Street si aspettano una spinta a lungo termine nei profitti , mentre invece gli executive delle grandi banche si preparano ad accantonare in bilancio delle poste di maggiori costi multi miliardari che influenzeranno pesantemente sui risultati previsti per il quarto trimestre del 2017.

Le prime valutazioni sono infatti tutte negative. Citigroup potrebbe registrare una perdita trimestrale superiore ai 15 miliardi di dollari. Goldman Sachs potrebbe egualmente riportare un rosso nel trimestre di circa tre miliardi di dollari. Bank of America, che renderà noti i risultati dell’ultimo trimestre mercoledì 17, potrebbe rivelare un crollo del 50% dei profitti.

Sicuramente sarà un trimestre pessimo, ma molti analisti ritengono che le «big bank» beneficeranno di maggiori utili nel futuro prossimo. La stessa Bank of America che nei prossimi giorni conterà i danni e si leccherà le ferite, nel 2019 potrebbe avere un aumento del fatturato di 4,5 miliardi di dollari, il 19% in più rispetto a ora, grazie solo agli effetti dei tagli fiscali voluti da Trump.