lunedì 11 aprile 2016

REPORT: LE BANCHE, IL BAIL-IN E LE ANOMALIE

Le banche popolari sono le banche del territorio con migliaia di clienti che ricevono finanziamenti, ma che sottoscrivono anche azioni e obbligazioni perché si fidano dei dirigenti e degli impiegati che conoscono da anni. 



Quando Banca Marche, CariChieti, CariFerrara e Banca Etruria vanno in crisi, si applica il bail-in, che per legge obbliga migliaia di azionisti e obbligazionisti a intervenire per salvarle e così alla fine perdono tutto. 

Ma come si è arrivati a questo? Banca Etruria è la più nota alle cronache perché il vicepresidente era il papà della ministra Maria Elena Boschi, e oggi è indagato per concorso in bancarotta fraudolenta. 

Dalle indagini emergono, con le responsabilità, anche liquidazioni milionarie per i manager e crediti concessi ai membri del cda senza le dovute garanzie. 

Nei guai sono finite anche le popolari venete, Veneto Banca e Bpvi, dove avevano gonfiato il prezzo delle azioni, che alla fine del 2014 valevano 62 euro e oggi 6 euro e 30. 

Quando il valore ha cominciato a crollare quasi nessun azionista ha potuto vendere. Tra coloro che ci sono riusciti anche Bruno Vespa che, intervistato, ci spiega come ha fatto. 

Dalle inchieste della magistratura emerge anche che la popolare, per gonfiare il capitale, finanziava l’acquisto di azioni per milioni di euro garantendo solo a pochi selezionati soci, con lettere segrete, il riacquisto. Gianni Zonin, grande produttore di vini ed ex dominus della popolare, oggi indagato per bancarotta, ha trasferito il suo patrimonio a moglie e figli. 

Nessun commento:

Posta un commento